Il Monte Crocella, che domina Bojano, sarebbe in grado di raccontare, da solo, una storia straordinaria, dai secc. XI-IX a. C. fino, almeno, ai giorni nostri. In antico detto Monte Pagano, vi si può osservare, una cinta muraria, posta a ca. 1050 metri, che delimita con grosse pietre appena sagomate, una fortificazione sannitica. La presenza, al suo interno, di una cisterna ben impermeabilizzata, denota l’importanza strategica del sito e la sua centralità (dai tratti anche sacrali) nella definizione dei confini dei Sanniti Pentri con i popoli confinanti (di medesima stirpe safina).

Scoperta nel 1974 da Oreste Gentile, ed identificabile con una delle tre “fortezze” di cui riferisce Appiano d’Alessandria – ancora nel II secolo d.C. – Monte Crocella, doveva essere per i giovani Pentri qualcosa di più di un baluardo difensivo: era la collina sacra dalla cui sommità essi poterono individuare e fissare, con i consanguinei, i confini dei loro territori. Dal presidio del Monte Crocella si dominava e si controllava la pianura sottostante, il tratturo (Pescasseroli-Candela) e la via che raggiungeva il territorio dei Frentani e la Daunia (Bovianum-Teneapulum, cfr. “Tabula Peutingeriana”), e si poteva comunicare rapidamente (attraverso segnali di fuoco, di fumo e i raggi riflessi del sole) con tutte gli altri insediamenti dei Sanniti Pentri e dei loro confinanti [MR].