Le croci stazionarie dei centri urbani erano punti strategici di stazionamento religioso presso i quali si celebrava la messa all’aperto o si recitava il rosario per tutti i fedeli che, durante la peste, non potevano uscire dalla propria abitazione, o perché ammalati, o perché impauriti dal rischio del contagio.

Un capitello in stile ionico di età romana, di grandi dimensioni (con attacco della colonna pari a 110 cm di diametro), rovesciato per fungere da base; una colonna liscia di granito grigio; un frammento di un capitello medioevale posto alla sommità della colonna e una piccola croce in pietra, posto alla sommità del capitello, sono gli elementi di reimpiego che caratterizzano, a Bojano, la croce stazionaria che si innalza al centro della rotatoria di Piazza Pasquino. Un’iscrizione che corre lungo il cordolo in pietra dell’aiuola che la ospita ricorda che la croce, eretta in occasione della peste del 1570, si trovava originariamente nell’angolo tra via Purgatorio (oggi corso Garibaldi) e via Conte Ugone, e che il suo trasferimento avvenne nel 1928. La primitiva collocazione era dunque nelle immediate vicinanze della chiesa dedicata a san Rocco,  in tutta la cristianità occidentale, il santo più invocato contro il flagello della peste [MR].