Nel Medioevo, lungo le principali vie di comunicazione, sorsero ospizi (ospedali) gestiti dagli ordini religiosi, per l’accoglienza di viandanti, crociati e pellegrini. Via San Bartolomeo, a Bojano, prende il nome dalla chiesa di San Bartolomeo dei Cruciferi con ospedale annesso, che lì sorgeva, proprio sul tratturo Pescasseroli-Candela (cfr. MUCCILLI 2007).

I Padri Cruciferi attribuivano le proprie origini, a san Cleto papa, prima, e a san Ciriaco di Gerusalemme, poi, ma furono riconosciuti (e fondati) ufficialmente da papa Alessandro III (costituzione e regola, 1169) e poi confermati da Urbano III nel 1187. Pio II, a sua volta, ne riformò le costituzioni e diede loro una croce d’argento al posto del bastone a forma di croce e l’abito blu. Nel momento apicale giunsero ad avere oltre duecento conventi in Italia prima che, decaduto gradualmente a partire dal XIII secolo, l’ordine fosse poi abolito con bolla papale da Alessandro VII, il 28 aprile 1656. La ricca documentazione pontificia riguardante i Cruciferi, dalla loro approvazione sino alla fine del pontificato di Gregorio IX (1227-1241), composta di 80 unità documentarie, fra brevi, lettere e 12 grandi privilegi, è un’utile spia per capire la dislocazione degli ospedali nella rete viaria dell’Italia del tempo. Aprono la lista proprio gli ospedali veneti con Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Trento, Ossenigo (VR) seguiti da Mantova, Brescia, Bergamo, Cremona, Crema, Lodi, Milano, Como, Pavia, Alessandria, Genova e Asti. Riprendendo in una direzione verso sud-ovest, compaiono Piacenza, Reggio Emilia, Ferrara, Ravenna, Faenza, Forlì, Cesena, Montefalco (frazione dell’attuale Novafeltria) mentre, scendendo lungo la costa adriatica, si trovano nominati gli ospizi di Rimini, Ancona, Civitanova Marche, Pausola (Mc), San Severino Marche, Macerata, Potenza Picena (Mc). Da questo ospedale papa Lucio III, il 14 giugno del 1184 indirizza un privilegio sottoscritto da cinque cardinali, al chiostro di Sant’Onorato di Larino (KEHR II, 428).  L’Umbria conta fondazioni crocifere ad Assisi, Spello, Foligno, Terni, Spoleto e Rieti. In Toscana sono nominate Arezzo, con due case, Sansepolcro e Città di Castello, sulla direttrice che da Assisi sale a Cesena-Rimini. Per ultimi vengono menzionati gli ospedali al Sud: Amalfi, l’unico sulla costa tirrenica, nell’attuale Molise, Boiano e Rotello (cfr. TRIA 1744, 446-447), quindi, in Puglia: Castrum Sancti Eleuterii, Casone, Polignano a Mare; seguono infine i tre ospedali di San Giovanni d’Acri, Negroponte, Creta  (cfr. PACINI 2002, 155-172). Per ultimi vengono menzionati gli ospedali al Sud: Amalfi, l’unico sulla costa tirrenica, nell’attuale Molise, Boiano e Rotello(TRIA 1744, 446-447), quindi, in Puglia: Castrum Sancti Eleuterii, Casone, Polignano a Mare; seguono infine i tre ospedali di San Giovanni d’Acri, Negroponte, Creta  (cfr. PACINI 2002, 155-172). Citata, a più riprese, nei “Regesti Gallucci”, e successivamente nel catasto onciario del 1744, l’antica Chiesa ospedaliera dei Cruciferi di Bojano, già in rovina dal secolo XVII, è definita “diruta” nel grafico della “Reintegra del Tratturo del 1811”; dallo stesso grafico se ne evince l’esatta ubicazione lungo la via omonima che corrisponde al Tratturo [MR]