La città di Bojano sorge in parte a ridosso delle prime falde del Matese – in fascia pedemontana e a mezza costa – ed in parte nella piana. In posizione dominante, il borgo d’altura, Civita, e tutt’intorno, nella valle, vari nuclei abitati, borghi e sobborghi, di indubbia rilevanza. Nel centro storico, a ridosso delle prime falde del Matese, degno di nota è, innanzitutto, Corso Umberto. Il corso cittadino, al suo massimo splendore fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, conserva ancora la pavimentazione in pietra dell’epoca, e su di esso si affacciano i palazzi ottocenteschi più importanti di Bojano:  Palazzo Pallotta, dal quale fu proclamata l’indipendenza di Bojano dal regime borbonico (v. Girolamo Pallotta) e Palazzo Tiberio, con il suo maestoso portale. 

 Portali di indubbio valore artistico adornano altri palazzi che insistono sull’antico corso e sulle vie circonvicine, in asse o perpendicolari. Alcune vie più grandi, vicoli, spiazzi, spesso ancora lastricati di pietre bianche levigate dai passi, ed angoli pittoreschi caratterizzano la zona storica. L’architettura civile del centro storico di Bojano è il prodotto di esigenze legate alle attività che vi si svolgevano (prevalentemente agricole), ma con un alto grado di dignità imposto anche dai rapporti sociali derivanti dai caratteri propri di una città che oltre ad essere sede di diocesi, era sede di interessi economici e commerciali di notevole portata a livello territoriale. Per questo motivo sono numerosi gli edifici costruiti sui modelli architettonici delle residenze signorili napoletane. Da Corso Umberto si risale a Via Corte Vecchia: sul crocevia segnato dalla fontana Pallotta, sorge Palazzo Casale (secolo XVIII), con  i suoi stucchi  decorativi e la sua suggestiva corte interna.  Su via San Luigi, che raccorda sul lato esterno Via Corte Vecchia a Via Colle, è Palazzo Bilotta, con lo stemma di famiglia (“distinta civiltà”), scolpito in cima al portale. Su Via Colle, Palazzo Casoli-Beccia, con la sua caratteristica torretta e a seguire, in parallelo, nel settore sud-occidentale, su Via Erennio Ponzio, Palazzo Nardone-Volpe e Palazzo Chiovitti.  Ancora, nel settore sudorientale, Palazzo Santoro (già Palazzo Campanella) e Palazzo Ducale, che tanto hanno da raccontare. Tutto un reticolato di strette arterie parallele e perpendicolari risale, lungo il pendio, fino a La Piaggia: nel mezzo, Largo San Martino, che un tempo ospitava la Chiesa omonima, andata distrutta nel terremoto del 1805.

Una delle aree socialmente più caratterizzanti della Bojano moderna è senza dubbio l’immensa piazza, che completata agli inizi del Novecento, andò a sostituire nel cuore e nelle abitudini dei bojanesi la “passeggiata” di Corso Umberto. Il centro moderno extra moenia soppiantò così, proprio a cominciare dalla bella piazza ricoperta di platani, dai colori cangianti a seconda delle stagioni, il centro storico intra moenia, oggi poco abitato, poco vissuto, ingiustamente abbandonato e per nulla valorizzato [MR].